Maculatura bruna, cimici e psilla: i nemici delle pere

Maculatura bruna, cimici e psilla: i nemici delle pere

10.11.2021.

Quali sono malattie e parassiti del pero

 

La maculatura bruna del pero

La maculatura bruna è una delle insidie più temute per la coltivazione delle pere, che può causare ingenti danni al raccolto. Il responsabile di questa malattia del pero è un fungo parassita chiamato Stemphylium vesicarium, che prolifera a temperature intorno ai 22 gradi prevalentemente in terreni argillosi e in zone con elevata umidità. I sintomi più evidenti della maculatura bruna sono quelli che si possono facilmente dedurre dal nome, ovvero la presenza di macchie scure sulle foglie e sui rami della pianta ma anche sulla buccia delle pere, destinati a diventare sempre più grandi fino ad intaccare anche la polpa. Tecnicamente, si tratta di una progressiva necrosi dei tessuti provocata dalle tossine che vengono prodotte dal fungo nel periodo tra la fioritura del pero e la raccolta dei frutti.

Il principale rimedio contro la maculatura bruna, che tende a colpire soprattutto le qualità di pere più tardive come la Abate e la Conference, è l’utilizzo di prodotti fungicidi con applicazione preventiva, combinato a interventi agronomici di vario tipo.

 

Cimice del pero

La cimice asiatica, che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, è un pericolo per la coltivazione del pero. Arrivato in Occidente a partire dal 2012, questo insetto proveniente dall’Asia orientale si chiama in realtà Halyomorpha halys e ha causato danni notevoli alle culture europee, in particolare alle pere e alle mele. Proprio per la sua origine esotica, infatti, questo organismo risulta nuovo nell’ambiente occidentale che non ha mezzi naturali per contrastarlo né insetti o animali che possano limitarlo. Ciò ha comportato una rapida espansione della cimice asiatica alle nostre latitudini.

I danni provocati dalla cimice asiatica alle colture di pere – le varietà di pere più colpite risultano essere la Santa Maria, la Abate e la Williams – avvengono prevalentemente a livello dei frutti: le punture che gli insetti praticano sulle pere per nutrirsene provocano danni e deformazioni all’epidermide, fino anche a far marcire il frutto. Le strategie di difesa dalla cimice asiatica sono in piena evoluzione e hanno fino ad oggi compreso l’uso di prodotti chimici, la lotta biologica, il ricorso a reti anti-insetti e l’introduzione di limitatori naturali.

 

La psilla del pero

La psilla è un parassita del pero. Si tratta di un insetto ormai presente in tutta Europa – Italia compresa – e ha le sembianze di una farfallina di dimensioni molto ridotte, di colore arancione oppure nero. La psilla colonizza le foglie, i rametti e i germogli degli alberi di pere ed è responsabile della melata visibile sulle foglie del pero, una sostanza che l’insetto secerne nutrendosi della linfa delle piante e che poi tende a formare chiazze scure sulle foglie.

Le varietà più soggette alla psilla sono quelle che producono pere Decana del Comizio e pere Williams. I rimedi contro la psilla del pero erano in passato offerti direttamente dalla natura, poiché esistono altri insetti antagonisti di questo parassita; tuttavia, l’utilizzo di pesticidi nella coltivazione ha alterato gli equilibri naturali e si deve spesso ricorrere ad altri tipi di trattamenti, considerando che la psilla resiste ai prodotti chimici. Tra i metodi biologici più efficaci contro la psilla c’è la confusione sessuale, mediante l’uso di tecniche che impediscono agli insetti di riprodursi, oltre al lavaggio di foglie e frutti.

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